Un post che parla di Sanremo e torte di riso, in un venerdì come tutti gli altri.
Tutti i giovedì sera il mio collega Ale mi ricorda che il venerdì devo pubblicare, tutti i venerdì mi riduco all’ultimo perché sono la regina del procrastinare, e dei ritardi, e della disorganizzazione metodica, ma ho anche dei difetti.
Ma questa volta no! Questa volta scriverò tutto entro le 12:00! Daje! Carichissimi! Fiumi di parole! Positività! Bella gente! Buon vino!
E infatti sono le 11 e 48 e ho cancellato e riscritto la terza riga almeno sei volte.
Nel mio delirio di stamane mentre pensavo a che cosa scrivere, mi sono messa a leggere le news di oggi. In ordine abbiamo:
- Il capezzolo sfuggente di Noemi a Sanremo. Pensiero a Noemi: esiste il nastro adesivo sartoriale, è un attimo e il gioco è fatto. Pensiero al resto del mondo: ma davvero ci facciamo degli articoli di giornale su sta roba?
- Lo Stato Sociale con la ballerina più anziana del mondo spacca a Sanremo, Beppe Vessicchio direttore del coro dell’Antoniano (no vabbè, no vabbè, che meraviglia “Beppe! Si va a Berlino!” Semicit.).
- Giappone: torta di riso killer fa altri due morti. No words. In realtà la storia della torta di riso killer è di Gennaio, però a me in qualche modo è arrivata oggi, fatalità!
Pare che tutta l’Italia sul web non faccia altro che parlare di Sanremo e allora dato che anche io voglio essere up-to-date ho deciso che ne parlerò anche io così magari mi si indicizza anche un po’ il blog che non sai mai. Google vecchio furbone! Se mi leggi questa è per te!
Carina Sanremo, ci sono stata l’anno scorso con Ross in trasferta, tremila ore di treno per arrivarci. Poi scendi al binario e ci sono migliaia di chilometri di sottopassaggio per arrivare al piazzale della stazione. Freddo cane. Avevo dimenticato lo spazzolino a casa. Tutto chiuso. Freddo cane. Mangiamo un hamburger veg. Torniamo in albergo. Influenza. Tremila ore di treno. Bologna dolce Bologna mi sei mancata.
Non è vero, è davvero carina Sanremo (hey sanremese che mi leggi, ciao!). Tra l’altro noi ci siamo andate tipo un paio di settimane prima del festivàl, quindi non c’era un granchè da fare, però abbiamo un bellissimo selfie con la statua di Mike Bongiorno.Però ho appena chiesto a Ross dove sia finita quella foto e pare sia persa per sempre.
Però poi ho pensato che io di musica leggera non ne so niente, e la tivù non ce l’ho a casa, anche se mia mamma mi tiene aggiornata su quanto siano adorabili Il Volo e su quanto sia tirato Baglioni e quanto sia scongelata la Vanoni.
E quindi alla fine della fiera, la torta di riso è una notizia molto più interessante rispetto alla qualunque di Sanremo (hey Google! Keyword!).
I Giapponesi hanno questo tipo di torta di riso che si chiama “mochi” e si consuma soprattutto a capodanno, essendo di consistenza un po’ gommosina, capita che ogni anno qualcuno ci si soffoca. Fine dello spiegone.
Ci sono rimasta un po’ male quando alla seconda riga della news mi sono accorta che non si parlava della torta di riso bolognese, della quale farei volentieri l’ambasciatrice nel mondo (c’è un ente preposto?).
Però mi è venuta in mente quella volta che abbiamo avuto un cliente del Business Center che è venuto almeno due o tre volte, con la sua adorabile cagnolina (Oscard è pet friendly), e ogni volta ci ha parlato della sue incredibile torta di riso e ogni volta ci ha portato una fotocopia della ricetta.
Una a testa, per almeno tre volte. Fanno una 30ina di fotocopie tutte uguali.
Caso volesse che tutte le volte che questo cliente veniva in ufficio Beppe non ci fosse.
Per un mese, prima che Beppe arrivasse, abbiamo depositato sulla sua scrivania il suddetto foglio.
Per un mese, il suddetto Beppe, che odia la torta di riso, ha diligentemente stracciato la fotocopia, senza sapere e senza capire come potesse miracolosamente ricomporsi la mattina dopo.
Beppe non l’ha mai saputo, se Beppe si arrabbiasse, vorrebbe dire che almeno legge il mio blog.
Beppe questa è per te, ricorda che odiare la torta di riso non ti porterà da nessuna parte, lei ti vuole bene e sta solo aspettando che tu la vada a cercare.
E così, anche oggi sono riuscita a scrivere centinaia di parole di nulla, era giusto che il mondo sapesse che ogni tanto sono un po’ bulla con i miei colleghi.
Nel dubbio ricordate che Sanremo è Sanremo… ma la torta di riso è comunque sempre meglio.
Baci, Bea.
P.S. nel caso qualcuno avesse una buona ricetta, sappiate che in area ristoro abbiamo pure un forno megagiga.
P.P.S. qui c’è la storia del povero Paolo parte 1 e parte 2