Eh no, un attimo…Paolo?Paolone?
Si è svegliato, è sul pezzo come diciamo noi a Bologna, che poi non sono sicura che sia solo slang bolognese.
Ad ogni modo, stavo dicendo:
Passano i giorni, i mesi, i lavori proseguono alla grande.
Ci hanno pure consegnato le piastrelle nuove, ne manca una roba tipo 4 mq, ovviamente non ce ne sono più disponibili e il prossimo lotto verrà prodotto nel duemilamai.
E allora siamo riusciti a prenderne una pacco da un tipo di Varese che in realtà se le era comprate per rifarsi il bagno. Ma gli abbiamo fatto tenerezza, anche e soprattutto perché ne avevamo già comprate tipo 90 metri quadri, che non è proprio poco poco, e poi comunque ce le ha fatte pagare eh.
Febbraio 2017, ora che l’ufficio sta ri-prendendo forma, deve essere arredato. Io, un po’ come il 75% delle ragazze che da piccole giocavano con la casa di Barbie solo per arredarla, ho sempre avuto un po’ il pallino dell’interior design.
Colgo la palla al balzo.
Il nonno che mi ha insegnato a dar di bianco (umarel e ciappinaro insieme) è anche lo stesso nonno che ha lavorato per tipo 30 anni in una delle aziende bolognesi di mobili per ufficio più famose a livello internazionale. Hanno tipo inventato delle cose pazzesche e bellissime, e che mi piace un sacco il design si era capito? E allora ovviamente li chiamo, ovviamente mi innamoro del primo tavolo che vedo, bello, bellissimo, li prendiamo tutti uguali. E i colori? Vabè per scegliere i colori io e l’architetto, Betta, ci abbiamo messo tipo 3 settimane. Sotto pressione non sono performante.
Arrivano le luci.
Pazzesche, abbiamo messo super led dappertutto perché sono una maniaca del risparmio energetico e ho attaccato il pippone a tutti sul “chi più spende meno spende”. Giordano, il nostro elettricista, è tipo superman e le monta tutte in due giorni. Santo uomo, penso di avergli fatto spostare lo stesso interruttore almeno tre volte. Ogni tanto, prima di andare allo Stadio, passa a salutare. Che carino.
Poi arriva il 30 Giugno 2017, io e Ross eravamo in trasferta a Jesolo per seguire un lavoro sul campo (bello fare le trasferte ma si dorme sempre pochissimo).
Avevo lasciato il cantiere perché in realtà era tutto quasi pronto, mancavano solo le librerie a cubi, ma ero tranquilla perché sarebbero arrivate il 3 luglio, o almeno così mi avevano detto, certo, come no.
Mi chiama il corriere per dirmi che stava scaricando due europallett di roba e che nessuno gli apriva la porta, eh certo, l’ufficio è vuoto. Gli altri sono tutti a fare scatoloni e oggi si consegnano le chiavi dell’ufficio vecchio, e io sono a Jesolo con Ross. Alla fine quelli che erano a Bologna si sono scapicollati ad aprire al corriere prima che se ne andasse e tutti vissero felici e contenti.
Il 3 di Luglio inauguriamo la sede nuova. Mangiando ovviamente.
Da lì al diventare la Business Center Manager il passo è stato breve, praticamente sono andata una settimana in ferie in Calabria e quando sono tornata era stato aperto un Business Center con tutti i crismi.
Dato che sono l’unica persona che sa dov’è il contatore dell’acqua e di che materiale sono rivestite le sedie, taaa-daaah! Bea sei la nuova manager del posto, ecco i tuoi bigliettini ciao.
Quindi, tornando al povero Paolo, che nel frattempo si è addormentato di nuovo su uno sgabello in area ristoro, la risposta alla sua domanda di circostanza era: “Dal 3 di Luglio”.
Paolo si ri-sveglia, mi guarda stordito, mi chiede che cos’è un umarel, cita Confucio (e Jim Morrison), torna dai suoi clienti.
Paolo vive in un paesino sul Lago di Garda, la storia di cosa voglia dire essere un umarel a Bologna gliela racconto la prossima volta
Chissà se tornerà.
Nel caso vi foste persi il primo pezzo della storia eccolo qui
Baci,
Bea
